Tutti gli articoli di Bruno Karsenti

Il 7 ottobre non ha soltanto riaperto la ferita del conflitto israelo-palestinese: ha fatto riemergere una frattura sotterranea nella coscienza occidentale, e in modo particolare europea. Ha messo a nudo il legame fra la storia del Vicino Oriente e quella del continente che ne osserva le esplosioni. Perché il 7 ottobre non è stato soltanto importato nei dibattiti europei: vi si è riflesso, rivelando la crisi interna di un’Europa incerta del suo retaggio post-Shoah e postcoloniale, e ormai divisa tra tre narrazioni inconciliabili ‒ l’occidentalista, l’anticoloniale e quella realmente europea. Al centro di questa frattura, una domanda ossessiva: che cosa resta dell’Europa, se non sa più riconoscere cosa significhi, qui come là, la resurrezione dell’antisemitismo?

Su impulso delle famiglie degli ostaggi e di gran parte della societĂ  civile, il 17 agosto sarĂ  sciopero generale, per denunciare la strategia militare a Gaza, considerata un vicolo cieco e un aggravamento delle conseguenze della guerra per i civili palestinesi, per gli ostaggi e per i militari israeliani. Prima mobilitazione di ampia portata dopo la crisi relativa alla riforma giudiziaria nel 2023, fotografa la frattura politica in Israele. Bruno Karsenti vi legge il richiamo a questioni fondamentali: il principio fondante dello Stato ebraico e il futuro del progetto sionista.