# 8 / Editoriale

Sin dalla sua fondazione K., la rivista ha cercato di ragionare sul sionismo analizzandone da un punto di vista europeo sia il significato storico che il futuro. Dopo le ultime elezioni in Israele la coalizione più a destra che il Paese abbia mai conosciuto ha avviato una riforma giudiziaria aggressiva, che ha portato a una polarizzazione senza precedenti della società israeliana. Il sionismo religioso ha una parte importante in questo processo, infiltrandosi persino nel Likud, ed è importante cercare di comprendere questa mutazione in tutti i suoi aspetti. È in gioco il senso stesso del sionismo e del suo “prodotto”, lo Stato di Israele. Questa settimana pubblichiamo il primo articolo di una nuova serie dedicata proprio al sionismo religioso: abbiamo discusso con Yehudah Mirsky, specialista di storia del pensiero sionista, proprio per cercare di comprendere ciò che sta accadendo all’interno della società israeliana. Il dialogo tra Yehudah Mirsky e Danny Trom è un’occasione per tornare alle fondamenta storiche del sionismo religioso e alla molteplicità delle sue espressioni politiche. Emerge un’alternativa fondamentale su cui dovremo tornare: con la realizzazione in Israele del movimento nazionale sionista è stata la politica ebraica moderna a servirsi dell’attesa messianica o viceversa? 

E inoltre, nelle edizioni internazionali:

La settimana scorsa abbiamo pubblicato la prima parte dell’inchiesta di Raphaël Amselem sul caso Brusselmans, che ha messo in luce le lacune della gestione della lotta all’antisemitismo in Belgio. Dopo aver constatato che è possibile esprimere pubblicamente la propria fantasia di picchiare gli ebrei per strada senza che ciò provochi ripercussioni mediatiche, politiche o giuridiche, l’inchiesta prosegue con un’immersione negli arcani dell’istituzione belga incaricata della lotta contro le discriminazioni: l’Unia. Gli ebrei belgi speravano di trovare un sostegno istituzionale ma devono constatare che sono stati abbandonati; basandosi su casi passati per interrogarsi sulla riluttanza ad agire nel caso Brusselmans, Amselem mette in luce le aporie di una lotta contro le discriminazioni che procede con due pesi e due misure. 

Tra l’ascesa dell’estrema destra e un antisemitismo di fondo mai messo in discussione, l’atmosfera per gli ebrei della Germania orientale è pesante. In seguito ai successi elettorali dei partiti autoritari e xenofobi Antonia Sternberger si interroga sul loro radicamento ideologico nell’ex DDR e su come la vita ebraica ne risente. Come resistere in un clima politico in cui tutti pretendono di aver imparato la lezione dopo nazismo e dittatura sovietica ma l’ambivalenza nei confronti del quadro democratico dimostra che si sarebbe ben disposti a ricominciare da capo?

Yehudah Mirsky, intervistato da Danny Trom, ripercorre le radici intellettuali e spirituali del sionismo religioso dalle tensioni interne alle sue interpretazioni contemporanee. In filigrana emerge la figura del rav Kook – personaggio insieme mistico e visionario – oggi rivendicato punto di riferimento dalle espressioni tra loro più inconciliabili del sionismo religioso israeliano. Lungo il percorso una domanda: come ha potuto una corrente nata da un ideale di riconciliazione tra tradizione e modernità avere una deriva tale da diventare vettore di un messianismo nazionalista aggressivo?