# 12 / Editoriale

Lo scorso giovedì abbiamo ricordato che le uscite estive di K. sono dedicate, ogni settimana, a un dossier: raccolte di testi organizzate attorno a un tema, scelto non per evadere l’attualità – scrivevamo – ma per interrogarla da un’altra angolazione, senza promessa di sollievo ma con la volontà di fare spazio al pensiero. 

È anche un’occasione per riscoprire testi già pubblicati, e magari condividerli con chi ancora non conosce K., la rivista. Il nostro archivio è aperto, vi invitiamo a curiosare tra le centinaia di testi pubblicati in oltre quattro anni di impegno.

Dal dossier abbiamo scelto un testo che abbiamo intitolato semplicemente Odessa: in una città dove il vento sa di esilio e la lingua è un impasto di storie, la guerra ha ridisegnato i confini dell’identità. Joseph Roche racconta una comunità ebraica assediata ma viva, che fugge e resiste, che prega e ricorda. Nei corridoi della sinagoga di via Uspenska, tra kippah mimetiche e salmi sussurrati si combatte un’altra battaglia: salvare l’anima ebraica della città che Isaac Babel chiamava “la stella dell’esilio”. Non è nostalgia, è sopravvivenza, tra missili e circoncisioni ritrovate, Odessa cerca ancora se stessa. Una città né russa né ucraina: semplicemente e profondamente ebraica.

Questa settimana abbiamo scelto di dare spazio ai racconti di viaggio e ai reportage, il dossier si intitola “Cartoline e reportage”. Gli amanti dei personaggi e dei luoghi leggendari potranno partire con Benny Ziffer per l’Albania, sulle tracce del falso messia Sabbatai Zevi o scoprire, nell’intervista a Ber Kotlerman, i ricordi di un’infanzia trascorsa nella regione autonoma ebraica dell’URSS, il Birobidžan. I sogni di esotismo saranno invece appagati dal racconto della spedizione di Anshel Pfeffer nel cuore della foresta tropicale del Suriname, dove si trovano i resti di una comunità ebraica autonoma. Su un tono più grave, invece, i reportage dedicati a Odessa, di Joseph Roche, e il testo di Yeshaya Dalsace, che interrogano la persistenza della vita e della cultura ebraica in un’Ucraina devastata dalla guerra.

Che fine ha fatto Odessa, un tempo soprannominata «stella dell’esilio» da Isaac Babel, dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina? Joseph Roche ci racconta come la comunità ebraica sta cercando di sopravvivere, nonostante la guerra e le partenze.