Interviste

Lo spettacolo dell’estrema polarizzazione che sta infiammando la società americana, in particolare per quanto riguarda il suo sistema universitario, potrebbe farci dimenticare l’importanza che conserva la vecchia tradizione del pragmatismo liberale. L’intervista che ci ha concesso lo storico David Bell, professore a Princeton, ce lo ricorda, rifiutando sia di esagerare che di edulcorare il tema così divisivo dell’antisemitismo nei campus. Mentre Trump e le frange più radicali del progressismo universitario si contendono il diritto di sabotare l’università americana, David Bell indica il punto in cui la lotta contro l’antisemitismo e la difesa dell’università dipendono l’una dall’altra.

Yehudah Mirsky, intervistato da Danny Trom, ripercorre le radici intellettuali e spirituali del sionismo religioso dalle tensioni interne alle sue interpretazioni contemporanee. In filigrana emerge la figura del rav Kook – personaggio insieme mistico e visionario – oggi rivendicato punto di riferimento dalle espressioni tra loro più inconciliabili del sionismo religioso israeliano. Lungo il percorso una domanda: come ha potuto una corrente nata da un ideale di riconciliazione tra tradizione e modernità avere una deriva tale da diventare vettore di un messianismo nazionalista aggressivo?

In Pogrom. Kishinev and the Tilt of History pubblicato da Liveright nel 2018 e da poco uscito in francese per i tipi di Éditions Flammarion, Steven J. Zipperstein ripercorre la storia del massacro di Chișinău, una questione locale trasformatasi in un trauma globale che ha segnato la coscienza ebraica moderna. Non semplice storia di un episodio violento, il testo di Zipperstein racconta come un pogrom – ampiamente pubblicizzato, interpretato e anche mitizzato –  abbia condizionato la storia ebraica contemporanea. Il massacro di Chișinău ha spinto l’ascesa del sionismo, innescato una mobilitazione globale, e dopo aver ispirato letteratura e stampa si è trasformato in paradigma della vulnerabilità ebraica. Lo storico americano usa microstoria e analisi culturale, smontando ogni interpretazione semplicistica e mettendo in discussione la distorsione della memoria spiega come un singolo dramma ha cristallizzato le principali tensioni politiche, sociali e simboliche del XX secolo ebraico.